Comunicato della Sezione di Vicenza del CAI sulla frequentazione della falesia di Lumignano

Vicenza 1 luglio 2019

Comunicato della Sezione di Vicenza del CAI sulla frequentazione della falesia di Lumignano

1. Le associazioni alpinistiche CAI Sezione di Vicenza, LIBERICI!, EL SASSO, Guide Alpine di Vicenza, negli incontri avuti con il Comune di Longare e con la Provincia di Vicenza si sono impegnate a promuovere l’arrampicata e a salvaguardare l’ambiente rispettando le norme vigenti. A maggio del 2014 la Provincia, nell’ambito del progetto comunitario Life Colli Berici ha emanato il regolamento per la pratica di sport nei colli Berici, il quale per l’arrampicata sportiva individua 4 aree (nell’area verde è consentita l’arrampicata tutto l’anno, nell’area arancione l’arrampicata è consentita dall'1 luglio al 31 dicembre, nell’area azzurra l’arrampicata è consentita dall'1 aprile al 30 settembre, nell’area rossa è vietata l’arrampicata) e stabilisce il divieto assoluto in tutti i Berici di apertura di nuove vie di arrampicata senza autorizzazione preventiva e Valutazione di Incidenza Ambientale.

2. Il CAI si adopera per una corretta frequentazione e valorizzazione della falesia ed è impegnato, in accordo con le altre associazioni, a rispettare il regolamento, a segnalare gli abusi e mantenere una costante collaborazione con il Comune di Longare e la Provincia di Vicenza.

3. Nel 2016 è sorto un gruppo di lavoro per la manutenzione della falesia, il cui capofila è la Sezione di Vicenza del CAI, costituito da: Associazione Liberici!, Gruppo El Sasso, Guide Alpine del Vicentino, CAI Vicenza. Gli obiettivi del gruppo di lavoro sono:

4. Si è avuta notizia di una presunta chiodatura in un’area situata a fianco del settore Lumignano Nuova, compreso tra il monte Scandolaro e il Monte Castellaro; il CAI ritiene tale area interdetta all’arrampicata. Nel 2014 in fase di trattativa con la Provincia si è riusciti a classificare Lumignano Nuova area arancione e di questa area non si è parlato perché semplicemente non esisteva; quindi in questa area, per rispetto del regolamento, non si arrampica e si devono togliere eventuali ancoraggi.

5. Per quanto riguarda la proposta di realizzare alcuni nuovi itinerari di bassa difficoltà per principianti situati nel settore Classica sotto la parete Campi, sentito il parere favorevole del gruppo di lavoro addetto alla manutenzione della falesia, verrà valutata l’opportunità di presentare il progetto alla Provincia per ottenere l’autorizzazione.

6. Il CAI considera gli itinerari realizzati sulla parete della falesia un bene collettivo e che essi non appartengono più al singolo apritore. La custodia della parete e quindi la responsabilità è in capo al proprietario del terreno su cui sono presenti gli itinerari; nel caso in cui il proprietario abbia delegato il CAI alla custodia, allora è il CAI nella fattispecie che, sentito il gruppo di lavoro, incarica il professionista di svolgere specifici interventi di manutenzione. Se il professionista svolge delle attività di cui non ha ricevuto incarico se ne assume personalmente la responsabilità.

7. Il CAI ritiene che i criteri di chiodatura e di richiodatura di tutti gli itinerari, compresi i cosiddetti “storici”, nonché le distanze di posizionamento degli ancoraggi, siano quelli stabiliti dal documento “Linee guida per l’attrezzatura dei siti naturali per l’arrampicata e dei percorsi attrezzati” pubblicato nel novembre del 2016 dal Collegio Nazionale delle Guide Alpine, a cui progressivamente nel tempo nella fase di risistemazione della chiodatura degli itinerari ci si dovrà adeguare. In particolare nelle pagine 82, 83, 84 si afferma “che la chiodatura di un itinerario non va effettuata in funzione del livello del chiodatore, bensì al livello degli arrampicatori ai quali l’itinerario stesso è destinato; il criterio di chiodatura prescinde dalla sua difficoltà ma rimane indissolubilmente legato al concetto di miglioramento della protezione”. Citiamo alcune regole presenti nel testo: gli ancoraggi di un itinerario devono impedire la caduta al suolo o contro ostacoli; in particolare il 1°, il 2°, il 3° e il 4° devono impedire la caduta a terra dell’arrampicatore nella condizione più sfavorevole, cioè durante la fase di moschettonaggio”; per le distanze da adottare si richiama a titolo di riferimento la tabella di pagina 83 ed in particolare la colonna “valore indicativo medio”.

8. A questi criteri fa eccezione un’unica via di carattere storico “La Pancia Casarotto” situata nel settore della Classica, compiuta con poche protezioni nel 1977 da Renato Casarotto che realizzò per la prima volta nella falesia il 7° grado UIAA. In accordo con quanto proposto dalla G.A. Michele Guerrini, verrà posta alla base della parete una targa che ricorda Casarotto e in essa verrà segnalato che la via è pericolosa perchè le protezioni sono distanti. A tale proposito, sebbene la posizione dei fix sarà simile a quella adottata da Casarotto, la prima parte della via sarà integrata per evitare che in caso di volo dopo le prime protezioni, l’arrampicatore tocchi il suolo.

9. Si comunica che in tempi brevi verrà richiodato il Mago della Propoli e verranno sostituiti i vecchi fix con nuovi resinati nella prima parte delle vie del settore Piardi.

10. Preso atto di una visione diversa circa la frequentazione della falesia, di comune accordo, la Guida Alpina Michele Guerrini esce dal gruppo di lavoro per la manutenzione della falesia e la Sezione di Vicenza del CAI considera concluso l’incarico di manutenzione a lui affidato.

Il Presidente della Sezione
Maurizio Dalla Libera

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